06 Marzo 2025
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, abbiamo avuto il piacere di ospitare su Delta Radio un’eccellenza del nostro territorio: Laura Foralosso. Ex olimpionica di nuoto e oggi professionista nel settore della consulenza manageriale a Milano, Laura ha raccontato il suo straordinario percorso, dalla piscina alle sfide del mondo del lavoro.
Laura Foralosso ha partecipato alle Olimpiadi di Mosca del 1980 a soli 14 anni e mezzo, la più giovane atleta della squadra italiana. "Erano anni spensierati e bellissimi", racconta Laura, ricordando con un sorriso la sua ingenuità e la freschezza con cui ha vissuto quell’esperienza. "Per me era un gioco, ritrovavo amiche che avevo già incontrato in competizioni internazionali, e l’evento aveva le stesse regole di tutte le gare precedenti. Solo al momento della presentazione ufficiale, con gli inni e l’enorme pubblico, ho realizzato la grandezza dell’evento."
Il suo talento è emerso sin da bambina: "A dieci anni ho stabilito il mio primo record italiano. Ho iniziato a nuotare relativamente tardi, intorno ai sei-sette anni, ma ho vinto quasi subito". Il suo ingresso nella squadra dei probabili olimpici avvenne prestissimo, tanto che già nel quadriennio precedente era stata considerata per i Giochi di Montreal 1976. "Ero però troppo giovane e venni scartata all’ultimo momento."
Gli allenamenti erano massacranti: "Mi svegliavo alle 5:15, alle 5:30 ero già in piscina, poi scuola, compiti e di nuovo piscina dalle 17 alle 21. Tutti i weekend erano occupati dalle gare. La stanchezza era tanta, ma avevo un obiettivo chiaro e questo mi aiutava a superare la fatica."
Laura ha sottolineato quanto lo sport le abbia insegnato il valore del lavoro per obiettivi, un approccio che ha applicato con successo anche nella sua carriera professionale. "Significa sapere dove vuoi arrivare, conoscere i tuoi punti di forza e di debolezza e costruire il percorso migliore per raggiungere il traguardo. È una mentalità che si applica in ogni ambito della vita."
Ha anche raccontato un piccolo segreto che l’aiutava nei momenti difficili: "Adoravo la cioccolata. Nei momenti di grande stanchezza o tristezza, mi concedevo un cioccolatino e mi dicevo ‘Adesso ti dà energia, senti la forza che ritorna in te’. Era un piccolo rituale psicologico che funzionava."
Dopo un’intensa carriera sportiva, Laura ha deciso di lasciare il nuoto agonistico nel 1984 per concentrarsi sugli studi. "Avrei potuto partecipare alle Olimpiadi di Los Angeles, ma ho scelto di sostenere l’esame di maturità. Successivamente ho provato a conciliare l’università con il nuoto, ma ho capito che non era possibile farlo come avrei voluto. Così ho deciso di smettere quando ero ancora ai vertici."
Per quasi trent’anni non è più entrata in una piscina, fino a una mattina in cui, improvvisamente, ha deciso di tornare in acqua. "Mi sono sentita a casa. È stato incredibile: i movimenti erano automatici, come se il mio corpo ricordasse tutto." Ha anche partecipato ai campionati nazionali master, vincendoli, ma con una consapevolezza diversa: "Non era giusto competere con atleti amatoriali, per cui ho smesso nuovamente. Ora nuoto solo per piacere."
Oggi Laura lavora nella consulenza manageriale, un settore in cui ha trovato molte più donne rispetto a quando iniziò la sua carriera. "All’inizio ho lavorato in aziende di largo consumo, un ambiente con molte figure femminili. Poi sono passata a un’azienda metalmeccanica con 7.300 dipendenti, in cui in Italia eravamo solo due dirigenti donne. È stato un percorso difficile. Gli uomini sanno fare squadra più di noi donne, e farsi ascoltare non era facile. Ho dovuto misurare attentamente le parole e i contenuti per ritagliarmi uno spazio."
Tuttavia, le cose stanno cambiando: "Oggi si parla molto di diversità e inclusione. Il mondo del lavoro sta evolvendo, anche se per noi donne certe cose restano ancora una conquista."
Parlando di meritocrazia, Laura ha sottolineato come nello sport il risultato sia sempre meritato, mentre nel mondo del lavoro non sempre è così. "Ci sono realtà in cui il merito viene riconosciuto e altre in cui no. Un ambiente meritocratico stimola a dare il meglio di sé. Dove manca, invece, lascia spazio a favoritismi e malcontento."
Laura ha riflettuto anche su come la figura degli atleti sia cambiata nel tempo: "Oggi hanno una visibilità enorme grazie ai social. Ai miei tempi non eravamo un modello di riferimento come oggi. Ora gli atleti possono raccontare la loro esperienza e ispirare le nuove generazioni. Questo è positivo."
Alla fine dell’intervista, a Laura è stato chiesto quale supereroe vorrebbe essere. "La Donna Invisibile dei Fantastici Quattro. Non Wonder Woman, che è troppo esagerata, ma una donna con un piccolo potere in più per fare qualcosa di buono per gli altri."
Un’ulteriore dimostrazione della sua umiltà e determinazione.
Laura Foralosso è la dimostrazione vivente che disciplina, passione e resilienza portano lontano, sia nello sport che nella vita professionale. Una storia di ispirazione per tante donne, dentro e fuori dall’acqua.
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