POLEMICHE ALL'EUROVISION
08 Marzo 2024
A pochi mesi dall'inizio dell'Eurovision Song Festival lo stato di Israele, rappresentato dalla giovane Eden Golan, è stato costretto a cambiare la propria canzone in gara a causa di una violazione sulle regole di neutralità politica. Il brano infatti, sia all'interno del testo che già nel titolo "October Rain", conteneva riferimenti espliciti alle vittime degli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre. Alcuni dei versi sotto accusa sono: «Non c’è più aria per respirare / Non c’è posto per me» e «Erano tutti bravi bambini, ciascuno di loro».
Non sono riuscite a placare la polemica le giustificazioni dell'emittente radiofonica e televisiva pubblica dello stato di Israele che ha negato la politicità del testo presentato il quale, a sua detta, voleva solo esprimere sentimenti di melanconia.
Ma Israele parteciperà comunque alla manifestazione canora! Infatti la nuova canzone presentata, "Hurricane", è stata acccettata dall'Ebu (European Broadcasting Union). Il brano, che mantiene la melodia del primo cambiandone però il testo, dovrebbe (secondo alcune indiscrezioni) raccontare la storia di una giovane donna dopo una crisi personale. Ma tutti i dettagli saranno svelati domenica 10 marzo alle 21:30 quando il pezzo verrà rilasciato.
Il presidente di Israele ha così commentato l'accaduto: "Mentre i nostri odiatori cercano di sospingerci e di boicottare Israele in ogni forum noi dobbiamo fare sentire la nostra voce con orgoglio, a testa alta, e sventolare la nostra bandiera". Sembra quindi questa la ragione per cui Israele, che aveva dichiarato che si sarebbe ritirata in caso di un no da parte dell'Ebu, abbia deciso di cambiare la propria proposta.
Ma le polemiche sulla partecipazione di Israele erano iniziate già mesi fa. Moltissimi musicisti di diversi paesi avevano infatti firmato petizioni per chiedere agli organizzatori dell'evento l'esclusione della nazione richiamando anche la precedente esclusione della Russia nel 2022 dopo gli attacchi perpetrati contro l'Ucraina. L'Ebu però ha ritenuto i due casi differenti e aveva deciso di non procedere in tal senso.
L'Islanda invece si è spinta oltre minacciando di non partecipare alla gara in caso Israele venga ammesso. Non è poi escluso che altri paesi ne seguano l'esempio innescando una reazione a catena per mandare un forte messaggio di dissenso.
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