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"Sior Todero Brontolòn": il ritorno di un burbero senza tempo

"Sior Todero Brontolòn": il ritorno di un burbero senza tempo

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"Quale maggior disgrazia per un uomo, che rendersi l’odio del pubblico, il flagello della famiglia, il ridicolo della servitù?" Così Carlo Goldoni descriveva il suo Sior Todero Brontolòn ne L’autore a chi legge, rimanendo sorpreso dal grande successo ottenuto da un personaggio tanto sgradevole. Eppure, dal suo debutto nel 1762 al Teatro San Luca di Venezia, questa commedia ha affascinato generazioni di spettatori, grazie alla sua scrittura magistrale e alla capacità di raccontare un’umanità sempre attuale.

Todero è l’incarnazione perfetta del “brontolòn”, un vecchio avaro e autoritario che opprime la famiglia, maltratta la servitù e diffida di tutto e tutti. Diverso dai più celebri rusteghi goldoniani, privo di ogni accento bonario, è un personaggio che sembra impossibile da amare… eppure, nei secoli, è stato interpretato dai più grandi attori, da Cesco Baseggio a Giulio Bosetti, fino a Gastone Moschin.

Ora, a raccogliere la sfida è Franco Branciaroli, diretto da Paolo Valerio, per una nuova e inaspettata lettura di questo classico immortale. Dopo aver dato un’originale e dissacrante interpretazione di Shylock ne Il Mercante di Venezia, il duo si prepara a stupire ancora il pubblico con una visione contemporanea di Sior Todero, una figura che – tra eccessi, difetti e manie – continua a parlare anche alla sensibilità di oggi.

Una produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de Gli Incamminati, Centro Teatrale Bresciano, pronta a riportare in scena il fascino immortale della commedia goldoniana.

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