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CAFFE' DEC

Mobbing, questo noto sconosciuto

Simone Caponetti, docente al Cur: “Un fenomeno presente ma difficile da inquadrare giuridicamente”

Mobbing, questo noto sconosciuto

Simone Caponetti, docente al Cur: “Un fenomeno presente ma difficile da inquadrare giuridicamente”

ROVIGO - “Tutti abbiamo pensato almeno una volta di essere stati vittime di mobbing. In realtà, è difficile inquadrarlo giuridicamente”, questo il cuore del tema affrontato dal dottor Simone Caponetti, ricercatore di diritto del lavoro all’università di Padova e docente al Cur di Rovigo. Nell’ultima puntata di Caffè Dec su Delta Radio si è parlato di vessazioni sul luogo di lavoro, un fenomeno che tocca molte persone nonostante sia difficile da dimostrare.

Secondo la definizione che ne dà la Treccani, il mobbing, termine che deriva dai comportamenti aggressivi di alcune specie animali, “in sociologia e medicina del lavoro, indica una pratica vessatoria e persecutoria, spesso sconfinante in una forma di terrore psicologico, perpetrata dal datore di lavoro o dai colleghi (mobbers) nei confronti di un lavoratore (mobbizzato) al fine di emarginarlo o costringerlo a uscire dall’ambito lavorativo”.

Perché in Italia non è facile inquadrare il mobbing?

“In Italia - risponde Caponetti - non esiste una legge sul mobbing. Ci hanno provato alcune Regioni ma la legge è stata dichiarata incostituzionale perché definiva il fenomeno. In Italia c’è la tendenza a non inquadrarlo giuridicamente perché esiste molta normativa che tutela le sfaccettature del mobbing e se venisse fatta una legge sul mobbing limiteremmo le ipotesi mobbizzanti. Il mobbing afferisce a situazioni soggettive legate alla sensibilità della persona che sono difficili da provare, riconoscere e inquadrare giuridicamente. Esiste l’articolo 2087 del codice civile che tutela il fenomeno del mobbing dando al datore di lavoro una responsabilità contrattuale. ”

Si parla di stress da conflittualità lavorativa e ordinanze che la Cassazione ha emanato sulla questione, Cos’è cambiato ultimamente in questa disciplina?

“All’inizio di quest’anno la Cassazione ha pronunciato delle ordinanze e ha riconosciuto un risarcimento in capo al lavoratore vittima da stress da conflittualità lavorativa. Non sono più necessari i parametri di riconoscimento del mobbing ma si valuta solo lo stress da conflittualità lavorativa, il che potrebbe portare problemi in futuro in caso si cristallizzasse l’orientamento della Cassazione. Prima delle 6 ordinanze fatte dalla Cassazione nel 2024 il fenomeno del mobbing e il suo riconoscimento era in stallo: non se ne sentiva parlare e non si leggevano più casi eclatanti di questo fenomeno, ora invece c’è stato il revival che ha aperto la porta a tantissime ipotesi. Se la conflittualità lavorativa tra due lavoratori portasse a uno dei due uno stress da conflittualità lavorativa, il datore di lavoro potrebbe essere condannato al risarcimento”

Oggi è difficile provare di essere vittima di mobbing in Italia?

“Non è tanto difficile avere una perizia psicologica o medica che lo attesti, essendo scienze che si fondano su parametri diversi da quelle giuridiche. È più difficile provarlo giuridicamente perché di fondo deve esserci la certezza del diritto che spesso manca in ipotesi così soggettive, ci sono anche cause che vengono negate. Il concetto di mobbing inteso come lo intendono le scienze mediche e psicologiche è diverso rispetto a come lo si intende in quelle giuridiche”

Cosa non deve fare il datore di lavoro?

“Se i tribunali faranno riferimento alla normativa attuale e a questo orientamento della cassazione, limita molto il datore di lavoro che deve stare molto attento e prevenire il fenomeno anche se farlo è difficilissimo perché dipende dalla sensibilità del singolo lavoratore”.

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