CAFFE' DEC
17 Aprile 2024
Scuola e nuovo contratto collettivo nazionale del comparto scuola sono stati gli argomenti trattati nella rubrica Caffé Dec di Delta Radio, in collaborazione con il Cur di Rovigo, insieme al professor Simone Caponetti, ricercatore nel dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Padova. Argomento che interessa un milione e 235mila persone in Italia. “Questo – premette il professor Caponetti – è per me un tema molto caro perché anche io sono stato un precario della scuola, seppur per poco tempo perché nel giro di pochi anni ho ho preso il ruolo, con molta soddisfazione da parte mia. La scuola è stata un toccasana avendo io avuto un ottimo ambiente lavorativo. Se si instaura un bel rapporto con colleghi e con la dirigente, diventa un’esperienza importante che mira alla costruzione del futuro dei ragazzi e diventa anche illuminante per alcuni versi”.
Ma è un lavoro e come ogni lavoro va tutelato: “Il contratto collettivo è ovviamente la base dei diritti e dei doveri dei lavoratori. L’ultimo ha sancito alcune novità riguardanti il welfare e, in generale, agevola maggiormente il lavoro dei docenti precari, oltre che di quelli di ruolo. Equiparazione sottolineata anche dalla giurisprudenza di cassazione lo scorso gennaio 2024 con riferimento alla cd carta docenti. Vige dunque un principio di non discriminazione tra i due tipi di contratti, quello a tempo determinato, quello con scadenza al 30 giugno o 31 agosto dell’a.s per intenderci, e quello a tempo indeterminato. Questo siglato è relativo agli anni dal 2019 al 2021. Teoricamente è già vecchio, ma si sa che la scuola, insieme a sanità e trasporti, è uno zoccolo duro del sindacato, dunque le trattative durano anni. Attualmente si sta lavorando per quello vigente tra il 2022 e il 2024”.
“Tra le principali novità – continua Caponetti – le indennità che prevedono maggiorazioni economiche. Dovrebbero essere 110 euro in più al mese a partire da gennaio 2022. Oltre a questa è stata riconosciuta anche una retribuzione una tantum di 64 euro. Poi c’è stato un innalzamento del costo delle ore che il docente fa in più rispetto a quelle contrattualizzate del 10 per cento. Le novità riguardano, inoltre, il fronte dei permessi: vengono riconosciuti dieci giorni retribuiti al 100 per cento per congedi di padre o di madre da prendere alternativamente. Sono inoltre concessi congedi per le vittime di violenze di genere di 120 giorni massimo con un trattamento economico come se si fosse in maternità. Non solo: vengono riconosciuti, inoltre, tre giorni all’anno retribuiti al 100 per cento di permesso anche ai precari”.
Un’ulteriore peculiarità riguarda l’uso di uno pseudonimo in caso di lavoratore transgender: nei documenti non ufficiali si può essere chiamati come si desidera, anche cambiando genere. “Della scuola – ha concluso Caponetti – ho sempre un bel ricordo e quanto oggi deciso per il comparto scuola mi fa pensare che si sta andando sempre più nel verso dell’ equiparazione tra insegnanti di ruolo e insegnanti precari”.
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