CAFFE’ DEC
02 Maggio 2024
“La sicurezza sul lavoro è un argomento molto spinoso. Ma non è più responsabilità esclusiva del datore di lavoro, il lavoratore deve seguire le linee guida altrimenti potrebbe essere corresponsabile”.
Lo spiega a Caffè Dec, la rubrica radiofonica di Delta Radio, in collaborazione con il Cur di Rovigo, Simone Caponetti, ricercatore di diritto del lavoro all’Università di Padova. Tante le vittime e i datori di lavoro che spesso nonostante avessero a loro parere adottato tutte le misure di sicurezza si trovano a dover rispondere ad accuse di lesioni aggravate o addirittura omicidio colposo.
Ci sono novità riguardo alla sicurezza nei luoghi di lavoro oggi?
“Sì. Qualche anno fa il lavoratore era essere considerato come un soggetto passivo della sicurezza, doveva essere completamente tutelato senza fosse richiesta una minima attivazione da parte sua. Da una direttiva comunitaria e poi con il testo unico del 2008 la situazione è cambiata perché si è profilata una partecipazione attiva del lavoratore e di tutti i soggetti della sicurezza. Si tratta di una materia che non è più esclusivamente di competenza datoriale ma di competenza partecipata tra tutti i soggetti che sono presenti in azienda”.
Per il datore di lavoro cosa è cambiato?
“Oggi più di ieri, il datore di lavoro è chiamato a formare e fornire al lavoratore i dispositivi di protezione individuale. A monte c’è un dovere di controllo da parte del datore di lavoro oggi temperato da una partecipazione attiva del lavoratore e con una conseguente corresponsabilità del lavoratore stesso e degli altri soggetti della sicurezza (RLS; RSPP; medico competente etc.). L’interpretazione dei giudici sta iniziando a tener conto anche di questi fattori e che il lavoratore in alcuni casi debba operarsi per la propria sicurezza e quella dei colleghi, anche rifiutando, ad esempio, prestazioni non ‘messe in sicurezza’ dal datore di lavoro”.
Quali sono i problemi attuali della sicurezza sul lavoro?
“Molte sono le sfide che la sicurezza deve affrontare. Vecchie sfide, cioè l’effettività, ovverosia trovare il modo di prevenire gli infortuni fino ad azzerarli, anche rafforzando l’addestramento del lavoratore. Ci sono anche nuove sfide, si pensi alla sicurezza nel caso di Smart working oppure quando sarà a regime l’intelligenza artificiale”.
Si potrebbe fare di più in questo campo?
“Attualmente la sicurezza è un problema molto sentito a causa dei molti incidenti che sono agli onori della cronaca. Purtroppo pensare a un rischio zero è utopico, ma se affrontata con le leve della formazione reale, dell’addestramento e del coinvolgimento di tutti i soggetti potremmo avere buoni esiti. Purtroppo però capita che quest’ambito del diritto del lavoro sia visto dai datori di lavoro come una spesa, un costo e per i lavorati come uno sterile corso obbligatorio che va fatto per forza, così sminuendone il senso”.
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