ECCELLENTI
10 Maggio 2024
A Eccellenti, su Delta Radio, protagonista della puntata condotta da Fiammetta Benetton, Claudio Modena, storico e scrittore, esperto di storia polesana e di storia italiana, soprattutto per parlare di Giacomo Matteotti del quale ricorre il centenario dalla morte proprio quest’anno e tanti sono i momenti in cui in Polesine si cerca di ricordarlo.
“Matteotti – racconta Modena – proveniva da una famiglia di emigrati del Trentino Alto-Adige che si sono trasferiti in Polesine. Lavoravano il ferro e il rame, famiglia che risente molto dell’influenza austriaca. Si forma guardando suo fratello, socialista, cerca di imitarlo in tutto. La sua è un’attività che ovviamente si ricorda soprattutto a livello politico per la presenza in consiglio provinciale con il noto discorso contro la guerra”.
Modena aggiunge: “Un italiano diverso è il titolo di un libro di Gianpaolo Romanato ed è proprio così un italiano diverso. Ha subito, come sappiamo, tutte le angherie provenienti dal fascismo. Ha sempre combattuto da solo come anti-Mussolini, non ha mai ceduto. Se la politica vuole rinnovarsi, deve leggersi proprio gli atti parlamentari di Nicola Badaloni e di Giacomo Matteotti. L’ultimo discorso che fa alla camera il 30 maggio del 1924 è emblematico in tal senso, soprattutto quando dice poi ad un compagno ‘Preparatevi a fare la mia commemorazione’.
Da quel discorso si apre poi un argine: Mussolini capisce che avrebbe trovato un’opposizione ferma”.
Insieme a Luciano Zerbinati, Claudio Modena ha anche firmato un volume che verrà presentato il 29 maggio all’Accademia delle Belle arti di Roma e che si intitola “Giacomo Matteotti nel centenario della morte, l’arte come ricordo e memoria”, coinvolgendo giovani artisti, realizzando anche un fumetto. “Il libro – spiega il docente – è proprio dedicato ai ragazzi perché sono i ragazzi i primi che devono riscoprire questa figura. Matteotti è sempre stato un bravo amministratore in diversi comuni, a quel tempo la legge lo prevedeva. Poi sappiamo anche che lui è vissuto quasi sempre di nascosto, clandestino. Sono molto importanti le lettere che formano il carteggio con la moglie, saltano fuori tante cose da lì”.
E ancora: “C’è anche un episodio della mia vita che mi lega a Matteotti, quando mi hanno chiamato nel 1972 a fare il militare in Marina. Quella mattina mi mandarono al Ministero sul lungo Tevere e saliva una gran nebbia che mi ricordava il Polesine. E poi attraversai il Ponte Matteotti, mai avrei pensato lì che mi sarei laureato con una tesi proprio su di lui. Poco tempo fa abbiamo anche festeggiato il 25 aprile, per noi italiani importantissimo. Dovremmo oggi, come italiani, cercare di trovare una riunificazione di ideali per chiudere questa questione, dobbiamo farlo con molta sensibilità e tatto. Ma dobbiamo andare avanti, oltre il blocco tra fascismo e antifascismo. Dobbiamo affrontare oggi problemi planetari molto importanti, senza ancorarci a risentimenti, ma guardando al futuro”.
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