CAFFÈ DEC
15 Maggio 2024
Ospite di Caffè dec, programma di Delta radio condotto da Ketty Areddia, Simone Caponetti, esperto di diritto del lavoro dell’università di Padova e docente del dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali.
Tema della chiacchierata “le pensioni: chi lavora oggi, la vedrà mai? “Chi lo sa, non sono Nostradamus” risponde ironicamente Caponetti. E aggiunge: “Per quanto riguarda le pensioni oggi, è stata introdotta qualche novità, ma parlare di riforma è difficile. Anche perché il tema delle pensioni è sempre molto delicato, quindi il governo ci pensa molto prima di introdurre una riforma. Ricordiamo tutti di sicuro la riforma Fornero che, per quanto propose, non venne di certo molto amata. In ogni caso, è stata confermata quota 103 per tutto il 2024, però calcolata solo con il sistema contributivo, non con un sistema misto”.
Quota 103 “è un modo per andare in pensione, derivante da quota 100 introdotta in via sperimentale dal governo giallo-verde che serviva per mandare in pensione alcuni lavoratori che avessero raggiunto un’età anagrafica oltre all’età contributiva. Dopodiché, la quota è stata aumentata”.
Poi “sono state aumentate le finestre mobili, quindi tra quando uno va in pensione e quando percepisce la prima”.
“In più - afferma Caponetti - viene confermata anche opzione donna anche se l’età è aumentata di un anno, quindi 61 e non più 60. La vera novità è che si possono riscattare fino a cinque anni di periodi contributivi non versati in via sperimentale, vedremo come va”. Il docente universitario ha aggiunto che “E’ possibile, inoltre, rateizzare la somma fino a 12 anni, quindi scaglionare anche scontandola, per esempio in azienda, con premi di produttività”.
“Più passerà il tempo - continua - più ci avviciniamo, in Italia, alla soglia dei 70 per quanto riguarda la pensione. L’altro problema riguarda il fatto di non toccare il sistema previdenziale perché potrebbe generale una crisi di governo, o ancora l’invecchiamento della popolazione unito alla scarsa natalità. Se non ci saranno giovani a pagare le nostre pensioni, sarà un grosso problema. Per non parlare degli importi che sono sempre inferiori e non permettono il tenore di vita che invece da lavoratori si aveva”. Non c’è poi “un sistema welfare davvero efficiente per quanto riguarda le pensioni: se si mette da una parte, si toglie dall’altra, la coperta insomma diventa sempre più corta”.
Video del Giorno