CINEMA
16 Maggio 2024
Il Festival di Cannes, noto per la sua capacità di portare alla ribalta storie intense e spesso disturbanti, quest'anno ha accolto con grande interesse "La ragazza con l'ago", il nuovo film del regista polacco Magnus von Horn. La pellicola, in concorso ufficiale, racconta la storia di Dagmar Overbye, una delle più famigerate serial killer della storia danese, attiva tra il 1913 e il 1920.
Dagmar Overbye, soprannominata la 'creatrice di angeli', ha ucciso tra i nove e i venticinque bambini, inclusa una delle sue figlie. La sua storia è tanto agghiacciante quanto complessa, e von Horn ha scelto di esplorarla con una sensibilità che va oltre il semplice racconto di cronaca nera. La Overbye, che operava come balia, sfruttava la fiducia delle madri per poi compiere i suoi atroci delitti. Il film non si limita a narrare i fatti, ma cerca di entrare nella mente della donna, esplorando le motivazioni e le circostanze che l'hanno portata a diventare una serial killer.
L'interpretazione di Carmen Sonne nel ruolo di Dagmar Overbye è stata accolta con entusiasmo dalla critica. Sonne riesce a trasmettere la complessità del personaggio, oscillando tra momenti di apparente normalità e atti di pura crudeltà. La sua performance è stata definita "ipnotica" e "profondamente disturbante", capace di catturare l'attenzione del pubblico e di far riflettere sulla natura umana e sui limiti della moralità.
La presentazione del film a Cannes ha attirato l'attenzione dei media internazionali, non solo per la qualità della pellicola, ma anche per il tema trattato. La storia di Dagmar Overbye è poco conosciuta al di fuori della Danimarca, e il film di von Horn offre l'opportunità di portare alla luce una vicenda che solleva interrogativi profondi sulla fiducia, la maternità e la giustizia. La Croisette, con il suo mix di glamour e riflessione, si è rivelata il palcoscenico ideale per una storia così intensa.
Il periodo in cui Dagmar Overbye ha commesso i suoi crimini, tra il 1913 e il 1920, è un'epoca di grandi cambiamenti sociali e politici. La Prima Guerra Mondiale aveva appena sconvolto l'Europa, e le condizioni di vita erano spesso difficili, soprattutto per le donne. La Overbye, che proveniva da un contesto di povertà e abusi, rappresenta in qualche modo le contraddizioni e le difficoltà di quel periodo. Il film di von Horn non si limita a raccontare i crimini, ma cerca di contestualizzarli, offrendo uno sguardo sulla società dell'epoca e sulle dinamiche che potevano portare una donna a compiere atti così estremi.
"La ragazza con l'ago" ha suscitato un dibattito acceso tra critici e spettatori. Alcuni hanno lodato il film per la sua capacità di affrontare un tema così delicato con tatto e profondità, mentre altri hanno sollevato dubbi sull'opportunità di portare sul grande schermo una storia così macabra. Tuttavia, la maggior parte delle recensioni concorda sul fatto che il film di von Horn è un'opera potente e necessaria, capace di stimolare una riflessione profonda sulla natura umana e sui limiti della giustizia.
Il cinema ha da sempre avuto il potere di raccontare storie che altrimenti rimarrebbero nell'ombra. "La ragazza con l'ago" è un esempio perfetto di come un film possa portare alla luce vicende dimenticate, offrendo al pubblico l'opportunità di riflettere su temi complessi e spesso scomodi. La storia di Dagmar Overbye, con la sua carica emotiva e il suo contesto storico, rappresenta una sfida per il pubblico, chiamato a confrontarsi con domande difficili e a riflettere sulla natura del male e della giustizia.
Video del Giorno