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IL LUTTO

La malattia si porta via il re della notte

Patrick era conosciutissimo anche in Polesine

La malattia si porta via il re della notte

"Buon viaggio guerriero". Questo è solo uno dei tanti messaggi affettuosi che circolano sul web in memoria di Patrick Tabellario, l'ex vocalist che ha animato le discoteche e che purtroppo non ha potuto sconfiggere la terribile avanzata dell'atassia. Originario di Savona ma ferrarese d'adozione, Patrick, 44 anni, notissimo anche in Polesine aveva stretto numerosi legami di amicizia grazie al suo lavoro nelle sale da ballo. Il suo contributo alla vita notturna lo aveva reso un volto noto e amato da molti.

L'ondata di affetto e di ricordi si è riversata sui social network già da ieri, con molti messaggi toccanti. Uno di questi recitava: "Chi ha lavorato in discoteca ai tempi d’oro, ti ha conosciuto. Il destino con te è stato duro, molto. Sei stato un guerriero, ti sei battuto contro e per far conoscere questa terribile malattia, l’atassia. Che la tua energia ora riposi in serenità, meritata". Parole che riflettono il rispetto e l’ammirazione per la sua forza e il suo coraggio nella lotta contro una malattia spietata.

L'atassia è una malattia neurodegenerativa per la quale attualmente non esiste una cura. Questo rende il sostegno alla ricerca scientifica un aspetto cruciale per dare speranza ai pazienti colpiti. Un’altra amica ha scritto: "Che vita ingiusta", esprimendo il senso di impotenza e di ingiustizia di fronte a una patologia così devastante.

Oggi alle 14, nel Tempio di San Cristoforo in Certosa, si terrà la cerimonia funebre per Patrick. La comunità ferrarese e i molti amici che lo hanno conosciuto e amato si ritroveranno per dargli l’ultimo saluto. Tra coloro che hanno voluto ricordarlo c'è anche Giampietro Domenicali, direttore di Acaref, una Fondazione che sostiene la ricerca sull'atassia con l’obiettivo di individuare una terapia efficace.

"Patrick – ha raccontato Domenicali – è stato ucciso da una malattia che non ha risparmiato neanche la madre, la nonna e la bisnonna. Poi ha perso anche il papà, per lui è stato tutto molto difficile. Quando da Savona era rientrato a Ferrara, già ammalato, si era messo in contatto con noi e l’abbiamo seguito fino alla fine, l’abbiamo ospitato. Ha lottato con coraggio. Aveva stabilito tanti legami, era amato e stimato". Le parole di Domenicali sottolineano il tragico destino di una famiglia colpita generazione dopo generazione da questa malattia.

Tra gli amici che ricordano Patrick c’è anche Joe T Vannelli, noto DJ che tre anni fa organizzò un evento a Ferrara per raccogliere fondi destinati alla ricerca sull'atassia. Un'iniziativa che dimostra come la solidarietà e il sostegno alla ricerca possano fare la differenza nella vita dei pazienti. Anche l’Università di Ferrara (Unife) è attivamente coinvolta nella ricerca su questa malattia, contribuendo agli sforzi scientifici per trovare una cura.

L'atassia, ha concluso Domenicali, si prende il paziente che ad un certo punto "si isola, abbandona ogni rapporto sociale". Questa descrizione evidenzia l’aspetto più drammatico della malattia, che non solo compromette le capacità motorie dei pazienti, ma li priva anche della loro vita sociale e affettiva.

Acaref, oltre a supportare i pazienti, ha fornito ai ricercatori 40 prelievi da pazienti per aiutare la scienza in questa battaglia. Questo contributo è fondamentale per progredire nella comprensione della malattia e avvicinarsi sempre più alla scoperta di una terapia efficace.

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