IL CENTENARIO
10 Giugno 2024
“Del ricordo di un uomo coraggioso che ha parlato al passato, al presente e al futuro, avevamo bisogno”. Così si è espresso il presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro, ieri pomeriggio, durante il momento di presentazione e inaugurazione del restauro conservativo di casa-museo Giacomo Matteotti a Fratta Polesine.
L’edificio, monumento nazionale, ha visto riaprire le proprie porte alle istituzioni, mentre oggi aprirà perché ne possano godere i residenti del paese e, a seguire, tutti coloro che lo vorranno ricordare. A moderare l’incontro, tenutosi a villa Molin Avezzù, la giornalista Maria Pia Zorzi. Tra gli altri, hanno presenziato l’assessore regionale Cristiano Corazzari e il senatore Bartolomeo Amidei, unitamente alla direttrice del luogo, Maria Lodovica Mutterle, e di Gianpaolo Romanato del Comitato scientifico Matteotti.
A prendere la parola per primo, il prefetto Clemente Di Nuzzo che ha detto: “Per me è un onore aprire questo incontro. In occasione della ricorrenza dell’omicidio di Matteotti, la casa sarà riaperta; pertanto, se ne potrà preservare la memoria ripercorrendo i suoi luoghi di vita. Questa riapertura segna un momento importante e non possiamo che ringraziare la Fondazione”.
A seguire, Enrico Ferrarese, presidente della Provincia, ha affermato: “Siamo qui uniti nel ricordo di Matteotti e siamo grati di quanto, da oggi, sarà presente a Fratta per un restauro conservativo particolarmente simbolico”. Giuseppe Tasso, sindaco di Fratta Polesine, ha aggiunto: “C’era attesa per la riapertura della casa-museo, risultato che è frutto di un percorso non semplice. In questo modo, si dà risalto alla figura di Matteotti, non solo per la nostra provincia, ma a livello nazionale. Quando lunedì prossimo Fratta sarà a Roma per l’emissione del francobollo dedicato a Matteotti, la casa sarà già visitabile”.
Ancora, Pier Luigi Bagatin, presidente dell’Accademia dei Concordi: “Sì, siamo proprietari di un bene di grande importanza. Fratta è un’eccellenza polesana per tanti motivi storici e culturali. Si pensi agli scavi archeologici di Frattesina, ai moti carbonari e, non da ultimo, a Giacomo Matteotti. I figli hanno lasciato il loro terzo di proprietà all’Accademia e ne è prova soprattutto Giancarlo, l’ultimo figlio, che già ne affermava l’importanza nel 2004 quando la casa aveva un riconoscimento nazionale”.
Infine, Gilberto Muraro, presidente della Fondazione, ha così commentato: “Quando avevamo iniziato i primi incontri sembrava che Matteotti fosse stato un grande eroe, ma dimenticato nel tempo. Oggi, invece, sottolineiamo la fioritura d’attenzione che ha avuto la sua figura in quest’anno, di cui coglieremo i frutti, essendo una figura splendida della nostra storia. Matteotti non è soltanto il suo martirio, Matteotti è soprattutto il suo pensiero”.
A concludere, Luca Molinari, architetto che ha aggiornato il percorso narrativo, dando risalto soprattutto alle voci che nel percorso ci sono, dato che invece quella sua voce, quella di Giacomo Matteotti, si è tentato in ogni modo di farla sparire. Ma la sua voce non sparirà, se ci saranno persone che continueranno a ricordarlo.
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