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LA SALUTE AL TUO FIANCO

Un Pronto Soccorso da 16mila utenti l’anno

Il primario Donà spiega: “Picco di accessi nel periodo estivo. E vengono sempre più anziani”

Un Pronto Soccorso da 16mila utenti l’anno

“Al pronto soccorso di Porto Viro in un anno contiamo tra i 15 e i 16mila accessi l’anno. La massima affluenza è nel periodo estivo, con una media di 1.500 pazienti al mese”. A fare il punto sul servizio, ai microfoni del format di Delta Radio “La salute al tuo fianco”, è Emanuele Donà, primario del pronto soccorso di Porto Viro che copre il territorio deltino, magari non densamente popolato ma molto vasto: “E questo - spiega - complica l’assistenza territoriale quando si tratta di dover raggiungere i pazienti al proprio domicilio”.

Le squadre. Medici, infermieri e personale sanitario operano all’ospedale di Porto Viro 24 ore su 24. “Io sono sempre reperibile - spiega il primario - al pronto soccorso sono di turno, di giorno, due medici, mentre di notte è di turno un altro medico. Il medico è supportato dalla presenza di quattro infermieri e due autisti che permettono le uscite sul territorio”.

Le patologie più curate. Al pronto soccorso negli anni c’è stato un aumento esponenziale di pazienti con patologie mediche, spiega Donà: “Negli ultimi anni abbiamo visto una modificazione della tipologia di utenza che afferisce al pronto soccorso: se prima si gestivano prevalentemente patologie di tipo traumatico, ora si ha prevalenza di patologie mediche e in particolare di pazienti anziani che assumono terapie croniche e che spesso trovano uno scompenso delle loro patologie. La diminuzione del numero di traumi è dovuta alla diminuzione del numero di incidenti, soprattutto stradali. Nella maggioranza dei casi, inoltre, i pazienti coinvolti in traumi maggiori e politraumi vengono trasportati all’ospedale di Rovigo via gomma o tramite elisoccorso”.

Il protocollo per l’azione tempestiva. Essendo quello del Delta un territorio molto vasto, risulta complesso raggiungere i pazienti. Per questo vengono seguiti alcuni protocolli, spiegati dal primario: “Gli operatori della centrale operativa hanno dei criteri di selezione, di invio, di attribuzione del codice di uscita e di attivazione dei mezzi territoriali per cui può capitare che in funzione della telefonata che l’operatore di centrale riceve si decida di attivare l’elisoccorso contestualmente all’uscita del mezzo su gomma. Altre volte è la valutazione del medico che arriva sul territorio a richiedere il mezzo avanzato. La decisione di centralizzare direttamente il paziente sull’ospedale di Padova è in capo all’anestesista che arriva sul mezzo di soccorso”.

L’afferenza. A Porto Viro in alta stagione afferisce gran parte del turismo bassopolesano, come spiega il primario: “L’affluenza è variabile e stagionale, in media in un anno contiamo tra i 15 e i 16mila accessi con il massimo di afferenza nel periodo estivo, con una media di 1.500 pazienti al mese”.

Pazienti anziani. E poi sono in aumento i pazienti anziani con cure patologiche che spesso si recano in pronto soccorso: “Il paziente anziano necessita di essere inquadrato a 360 gradi: spesso il sintomo che riferisce non è la vera causa dell’accesso al pronto soccorso e capita di trovare situazioni patologiche di cui non era a conoscenza - spiega il primario Donà - attraverso gli accertamenti diagnostici cerchiamo di arrivare a una diagnosi nel più breve tempo possibile”.

Terapie croniche e “colpi di caldo”. Con l’arrivo della stagione estiva e delle alte temperature, il primario - oltre a ricordare i comportamenti abitualmente consigliati come evitare di uscire nelle ore più calde e l’importanza dell’idratazione - mette l’accento sull’importanza del controllo della terapia cronica: “E’ fondamentale la terapia cronica che seguono i pazienti: spesso vengono utilizzati anti-ipertensivi e diuretici, fondamentali nella gestione di patologie croniche ma che nel periodo estivo hanno bisogno di un adeguamento della posologia del farmaco perché con la temperatura concorrono all’abbassamento della pressione e alla riduzione dei liquidi che l’organismo è in grado di trattenere”.

Alice Bagatin 

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