ADRIA
22 Luglio 2024
Un femminicidio di un secolo fa, esattamente il 18 luglio 1925. Un assassinio brutale raccontato nel libro “Efferatamente soppressa da un cinico discepolo di Landru - Un femminicidio del 1925 ad Adria” di Alessandro Ceccotto e Monica Stefani. Il ricavato del libro, a poco più di due anni dalla sua uscita, è andato al Centro antiviolenza del Polesine che presta assistenza alle donne vittime di violenza, prima di arrivare al gesto criminale e fatale, senza dimenticare che non c’è solo violenza fisica.
Nei giorni scorsi Ceccotto e Stefani hanno versato al Centro antiviolenza la cifra di 1.710 euro. Gli autori ringraziano quanti hanno contribuito alla vendita del libro: Francesco Begheldo della caffetteria lo Spiffero, Daiana Cassetta della libreria Libri appesi, Stefano Grandi della fumetteria Le terre del sogno, Erica Mesini della libreria Mondadori, Mauro Segantin barbiere Linea uomo, i volontari della Pro loco.
“Tutti – spiegano gli autori - hanno dato un grosso contributo per la diffusione del volume senza ricevere nulla in cambio, in modo puramente gratuito. Un grazie a tutti coloro che con il passaparola hanno contribuito alla diffusione, quindi alla raccolta fondi per la beneficenza”. Sono rimaste ancora poche copie che si possono richiedere ad Alessandro Ceccotto che può essere contattato attraverso la pagina Fb. Una volta ricevuta la beneficenza, il Centro antiviolenza ha scritto ai due autori per ringraziali “per la vostra attenzione e sensibilità”.
Nel frattempo ricorda le coordinate bancarie per eventuali liberi contributi: IT68N0306967684
510788650228 intestato alla Domi Group - società cooperativa. Una volta ricevuto il bonifico sarà inviata una dichiarazione che certifica il versamento.
La drammatica vicenda è così racconta da Monica Stefani: “Il delitto è quello di Anna Vecchi, uccisa dal marito Giovanni Pasquali detto Ugo (Ughetto) nella loro casa di Adria: il corpo senza vita è poi stato fatto a pezzi e ritrovati in diversi momenti nei giorni successivi nelle acque dell’Adige e del Po. Per ultima è stata ritrovata la testa il 3 agosto. I vicini di casa – prosegue l’autrice - dichiararono di aver visto Ughetto trasportare per più giorni su e giù con la sua motoretta dei pacchi imprecisati, ma pensarono che si trattasse di cose inerenti il suo lavoro. Invece la coinquilina del piano di sotto dichiarò che da una tubatura del proprio water, comunicante con il piano di sopra, era fuoriuscita dell’acqua sporca di sangue. Infatti Ughetto aveva eseguito lo smembramento della moglie nella vasca da bagno. La cittadinanza adriese restò profondamente turbata e commossa dall’efferatezza del delitto, a cui dettero ampia risonanza tutti i giornali dell’epoca, il comune decretò il lutto cittadino in occasione delle solenni esequie”.
Luigino Ingegneri
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