VENEZIA
26 Gennaio 2025
Qual è il potere della musica nel preservare la memoria storica? Questa domanda ha trovato una risposta toccante al Teatro La Fenice di Venezia, dove si è svolta la cerimonia cittadina per il Giorno della Memoria 2025. Un evento che ha unito riflessione e musica, celebrando le vittime delle persecuzioni naziste e offrendo un momento di profonda introspezione collettiva.
Il Teatro La Fenice, noto per essere il palcoscenico di grandi opere, si è trasformato in un simbolico scrigno di memoria. Andrea Erri, direttore generale del teatro, ha sottolineato l'importanza di questo luogo come custode di un passato che non possiamo dimenticare. "Il Giorno della Memoria è più che mai attuale", ha dichiarato Erri, ricordando che l'indifferenza e il silenzio possono aprire la strada a nuove forme di oppressione.
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha evocato un potente ossimoro: la bellezza del teatro contrapposta agli abissi della coscienza umana. Ha invitato il pubblico a immaginare gli strumenti dell'orchestra femminile di Auschwitz non come strumenti musicali, ma come simboli di resistenza e speranza. "Anche di fronte all'Olocausto, i musicisti deportati non hanno rinunciato a suonare", ha detto Brugnaro, sottolineando come la musica fosse una speranza a cui aggrapparsi per sopravvivere.
Brugnaro ha citato Hannah Arendt, riflettendo sulla banalità del male e su come esso possa riaffiorare e contaminare le masse. Ha espresso il desiderio di una pace duratura in Palestina e Ucraina, e in tutti i conflitti nel mondo, affinché la mano dell'uomo non continui a uccidere altri uomini. Un messaggio di speranza che risuona forte in un contesto di commemorazione.
Dario Calimani, presidente della comunità ebraica di Venezia, ha sollevato una questione cruciale: quanto senso ha oggi commemorare la Shoah? Ha sottolineato che la storia spesso non insegna nulla, perché nulla siamo disposti ad apprendere. Calimani ha ricordato che l'antisemitismo è ancora vivo e vegeto, pronto a riemergere con vari pretesti. Ha invitato a non straziare la memoria della Shoah con falsi paragoni, ma a lasciarla essere un incubo del passato, in tutta la sua specificità.
La cerimonia al Teatro La Fenice ha dimostrato come la musica possa essere un potente strumento di riflessione e memoria. Le note suonate in quel teatro non erano solo un tributo alle vittime, ma anche un richiamo alla responsabilità collettiva di non dimenticare. In un mondo in cui l'antisemitismo e l'odio possono facilmente riaffiorare, eventi come questo ci ricordano l'importanza di mantenere viva la memoria storica attraverso l'arte e la cultura.
L'evento ha lasciato un segno profondo nei cuori dei partecipanti, invitandoli a riflettere non solo sul passato, ma anche sul presente e sul futuro. La memoria della Shoah deve servire da monito per le generazioni future, affinché gli errori del passato non si ripetano. La musica, in questo contesto, diventa un linguaggio universale che unisce e ispira, un ponte tra le generazioni che ci invita a costruire un futuro di pace e consapevolezza.
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