FESTIVAL DEL CINEMA 2025
05 Settembre 2025
Oggi, fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, il regista Stefano Sollima, ha presentato "Il Mostro", una nuova serie che ripercorre le prime fasi delle indagini sul caso del Mostro di Firenze. Il focus è in particolare sulla cosiddetta "pista sarda", battuta prima che emergesse la figura di Pietro Pacciani.
"Non puoi sottrarti dal raccontare l'orrore, perché fa parte della storia. Abbiamo dovuto guardare immagini che non avremmo voluto vedere" ha dichiarato il regista durante la conferenza stampa.
Sollima ha voluto evitare un approccio spettacolarizzante, spostando l'attenzione non sulla caccia al mostro, ma sui diversi sospettati, dedicando ogni episodio a una figura chiave. L'obiettivo: entrare nei dettagli delle indagini, ricostruendo il contesto sociale, i legami personali, gli errori investigativi e le numerose piste seguite nel corso degli anni.
La serie si apre con il primo dei otto duplici omicidi avvenuti tra il 1968 e il 1985, sempre commessi con la stessa arma: una Beretta calibro 22. Il punto di partenza è l'omicidio di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, il 21 agosto 1986. A bordo dell'auto c'era anche il figlio della donna, un bambino sopravvissuto all'orrore.
Attraverso un racconto serrato e documentato, la serie esplora i rapporti familiari, le relazioni opache, gli abusi e i retroscena che coinvolsero, oltre alle due vittime, anche Stefano Mele, Giovanni Mele, Francesco Vinci e Salvatore Vinci; tutti finiti nel mirino degli inquirenti tra vendette, bugie, depistaggi e oscure perversioni.
Il materiale sul caso è immenso: atti processuali, inchieste giornalistiche, testimonianze, ricostruzioni ufficiali e non. Ognuno di questi elementi racconta una verità diversa, a volte contraddittoria, con infinite sfumature.
E' proprio questa complessità che ha spinto Sollima a voler raccontare la vicenda da una prospettiva nuova, con l'aiuto dello storico Francesco Cappelletti, consulente esperto del caso. Cappelletti ha lavorato alla sceneggiatura assicurando rigore cronologico e precisione nei dettagli, contribuendo a delineare con chiarezza le figure centrai della storia.
Sul set, ogni volta che veniva girata una scena legata a un omicidio, lo storico illustrava agli attori le dinamiche reali del delitto, offrendo così un contesto fondamentale per interpretazioni più consapevoli e aderenti alla realtà.
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