IL SALOTTO
15 Febbraio 2025
“Ti fa stare bene, ti dà la possibilità di sentire, di parlare, di vedere il mondo da un'altra angolazione. La bicicletta ti fa tornare indietro nel tempo. Ti fa tornare ragazzo”. Un modo più romantico e allo stesso tempo reale di spiegare cosa significhi inforcare una bici e pedalare, Davide Cassani, ex ciclista e già commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo su strada, non poteva trovarlo. E proprio di due ruote parliamo in questo appuntamento del “Salotto” di “Visioni”, e lo facciamo con chi ha messo al centro della sua vita proprio la bici: Michele Boschetti, detto “Nure”, fondatore dell’azienda Miss Grape, prima azienda europea nella produzione di bikepacking, e Andrea Benesso, rappresentante dell’agenzia “Tra Parentesi” che si occupa di bici e turismo lento. Proprio Benesso sottolinea come il cicloturismo sia cambiato radicalmente: non più prerogativa di appassionati di nicchia, ma una pratica che coinvolge un pubblico sempre più vasto, anche chi non è un ciclista abituale. I numeri confermano il trend. “In Europa questo segmento turistico è cresciuto moltissimo e in Italia genera 6-8 miliardi di euro; in Germania e Paesi Bassi sono addirittura il triplo, nonostante stagioni più brevi” ricorda. Insomma, la bici non è solo un modo alternativo di spostarsi, ma anche un’occasione per scoprire nuove mete, all’insegna della lentezza e del rispetto per l’ambiente. Benesso ha poi sottolineato come alcuni territori italiani stiano investendo con successo sulla mobilità dolce: “Ci sono modelli virtuosi come l’Alto Adige, la Toscana e l’Emilia-Romagna, dove il turismo in bicicletta sta dando grandi risultati e attirando una fetta di visitatori giovani, attenti e con buona capacità di spesa”. Un’opportunità, questa, che potrebbe far crescere l’intero Paese, soprattutto laddove esiste un patrimonio naturalistico ricco ma ancora poco conosciuto. Ma c’è una piccola rivoluzione che ha favorito questa crescita. “Viaggiare in bicicletta è facile perché è diventato facile” racconta Boschetti, che da oltre 12 anni si occupa di cicloviaggi con la sua Miss Grape. Nure, come lo conoscono tutti, ha spiegato come la tecnologia, i nuovi percorsi tracciati dalle app e l’arrivo delle bici “gravel” abbiano semplificato l’approccio al cicloturismo. La gravel, in particolare, è una bicicletta ibrida: “Una bici da corsa con ruote da mountain bike - così la definisce Michele, sottolineando che “ha tolto l’ansia da prestazione della bici da strada e l’ansia da capacità tecnica della mountain bike” ed è quindi perfetta per esplorare anche sterrati o strade secondarie. Al tempo stesso, il bikepacking (cioè il sistema di borse fissate direttamente al telaio, senza portapacchi) rende tutto più leggero e maneggevole rispetto alle classiche borse laterali. Un cambiamento che “ha avvicinato tanti giovani, portandoli a scoprire la libertà di spostarsi con poche cose al seguito”, aggiunge Boschetti. Se da un lato cresce la domanda, dall’altro c’è ancora da migliorare l’offerta dei servizi. “In alcune località, come in Veneto o in Alto Adige, trovi strutture abituate ad accogliere i ciclisti, ma altrove è più complicato”, precisa Benesso. Un esempio su tutti, i collegamenti ferroviari: “Sui treni a lunga percorrenza in Italia è ancora difficilissimo portare la bici a bordo, e questo è assurdo, soprattutto per i turisti stranieri”. La speranza è che, come avviene già in molte città europee, anche il Belpaese possa attrezzarsi per favorire chi sceglie la mobilità dolce. Non ne avrebbe bisogno più di tanto il Polesine e il Delta del Po, che grazie all’ambiente naturale, alle strade arginali e ai percorsi lungo i fiumi, sono territori che si prestano a gite di uno o più giorni, facili da organizzare. “Siamo spesso noi italiani a ignorare le meraviglie di casa nostra, mentre all’estero le conoscono benissimo”, racconta Boschetti, ricordando di aver incontrato gruppi di giapponesi in aree semisconosciute ai viaggiatori locali. Sia Benesso che Boschetti concordano su un suggerimento pratico, ideale per chi vuole cimentarsi per la prima volta in un viaggio con la bici. “Non serve chissà quale preparazione atletica o attrezzatura costosa”, spiega Benesso. “Basta scegliere una meta a 40-50 km da casa, magari un agriturismo o un bed & breakfast, mettere un cambio in uno zainetto o in una piccola borsa e pedalare in tutta tranquillità”. “Dormire fuori una notte”, aggiunge Boschetti, “è la vera svolta. Ti fa sentire in viaggio, anche se ti allontani solo di pochi chilometri dal luogo in cui vivi. E con la stessa attrezzatura puoi stare fuori due, tre o più notti, lavando la maglietta la sera o fermandoti dove capita”. L’importante è partire, senza troppi schemi e con la voglia di scoprire. Del resto la bicicletta, come la definisce Nure, è “lo strumento più democratico del mondo”: ognuno può adattare tappe e distanze secondo le proprie possibilità, sperimentando una vacanza sostenibile, a ritmo lento, eppure piena di emozioni. Adatta pure ai più piccoli, come aggiunge Benesso: l’idea di un viaggio familiare in bicicletta è tutt’altro che improbabile. “Io lo faccio spesso con mio figlio, e per lui è la vacanza più bella dell’anno. Vede luoghi nuovi, può fermarsi quando vuole a fare il bagno se siamo lungo il mare, oppure a scoprire un sentiero inatteso”. Nessun limite, quindi: prendete la bici, quattro indumenti e una borraccia poi partite, basta solo pedalare.
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