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IL SALOTTO

Periferica essenza di città

Periferica essenza di città



“Partite dalle periferie, che non sono la fine ma l’inizio della città”. Con queste parole Papa Francesco si rivolgeva a dei giornalisti parlando del tema dell’inclusione sociale, del coinvolgere chi sta ai margini. “La periferia è una fabbrica di idee, è la città del futuro” ragionava invece l’archistar Renzo Piano. Idee e futuro, visioni. E’ questo il tema della chiacchierata del nostro “Salotto”, che vede il professor Edoardo Narne, ingegnere e docente dell’Università di Padova, coordinatore nazionale del progetto Periferie G124 ideato da Renzo Piano, e l’architetto rodigino Paolo Lodi. Al centro del confronto, appunto, il futuro delle periferie, attraverso quell’esperienza di riqualificazione urbana di Piazza Masslo, nel quartiere Commenda di Rovigo.
Narne ha chiarito che il progetto G124 nasce dalla volontà di Renzo Piano di intervenire nelle periferie perché, afferma il professore, “saranno le città del futuro, visto che l’80% della popolazione mondiale vivrà proprio lì”. L’obiettivo è sensibilizzare giovani professionisti, invitandoli a “immaginare città diverse, partendo da visioni in prospettiva e non solo da manutenzioni quotidiane”.


La collaborazione rodigina nasce dall’intuizione di Paolo Lodi, che ha voluto coinvolgere Narne in questo intervento grazie ad una conoscenza ventennale nata da Archimov, una mostra di architettura itinerante per giovani architetti. “Ho pensato di mostrargli un luogo singolare, Piazza Masslo, un ‘non luogo’, deserto e privo di identità, chiedendogli se poteva diventare sede di un'esercitazione del G124”, ha spiegato Lodi. “Da lì è iniziato tutto, e poi Edoardo ha costruito il resto”.
Narne ha raccontato di aver colto subito le potenzialità della piazza, intuendo “non solo le condizioni fisiche, ma soprattutto quelle umane necessarie per realizzare il progetto”. Ha ribadito che il senso autentico del progetto va oltre l’architettura: “Questi progetti lavorano con le persone, costruiscono relazioni e responsabilità collettive. È fondamentale creare affezione nei cittadini, in modo che diventino custodi spontanei degli spazi recuperati”.
Secondo Lodi, il punto forte di quest’esperienza sta nel metodo innovativo e soprattutto nella sostenibilità economica dell’intervento. “Questo è un progetto costato poco, sotto i 200mila euro, dimostrando alle amministrazioni locali che risultati significativi si possono ottenere anche con poche risorse”, ha sottolineato l’architetto.
Il successo del progetto è confermato dalla grande partecipazione dei cittadini, soprattutto giovani delle scuole Paleocapa e della Scuola Edile di Rovigo. Narne ha ricordato con entusiasmo che “vedere i ragazzi coinvolti direttamente nella realizzazione della piazza è stato straordinario. Quei momenti sono diventati una festa e hanno trasmesso ai giovani la consapevolezza che si può agire concretamente per cambiare la propria città”.


La discussione si è poi spostata sulla replicabilità del modello G124 in altri contesti polesani, anche più piccoli. Lodi ha sottolineato: “Sarebbe interessante capire se un modello pensato per città medie possa adattarsi anche a realtà frammentarie, come piccoli borghi o paesi del Polesine”. Narne ha confermato che il modello può essere replicato, ricordando come “l'Italia, con la sua ricchezza di piccoli borghi, spesso a rischio spopolamento” sia “terreno fertile per sperimentazioni di questo tipo”.
“Progettare per sopravvivere” ha concluso Lodi, richiamando il titolo di un celebre testo di architettura del Novecento: “C’è una grande tensione poetica nella trasformazione della città”. Ma per trasformare una città, serve una visione. “Quello che manca oggi in molti settori è proprio la capacità di guardare avanti, immaginando scenari futuri. Renzo Piano in questo è maestro, perché riesce a vedere almeno vent’anni più in là di noi”.

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